La Primavera di Praga e la rivoluzione del calcio slovacco: lo Spartak Trnava


Cecoslovacchia 1969: siamo sull’onda lunga della primavera di Praga. Il potere politico ed economico, in Cecoslovacchia, è concentrato a Praga. Gli slovacchi, che hanno una forte identità nazionale sono sempre stati "gli altri", chiamati in maniera dispregiativa gli "ungheresi", non ben visti dalle parti di piazza San Venceslao. Ma, nel 1969, gli slovacchi si prendono una rivincita rivendicando un loro ruolo nella storia del paese, la fanno partendo dal calcio: è la storia dello Spartak Trnava del 1969
La parola chiave è lo zio Anton Malatinský.

ANTON MALATINSKY - Era un grandissimo allenatore di calcio ed era in carcere. Aveva aiutato degli esuli a fuggire dalla allora Cecoslovacchia sotto il giogo di Mosca, verso l’Austria. Tre anni di galera. E’ staccato da tutto il resto, tranne che dalla sua squadra di calcio. In qualche modo riesce a fare arrivare una missiva in cui è contenuta la seguente frase: “trattenete giocatori e dirigenti. Tra qualche anno, diventeremo campioni”. 
Era durissima vivere in Cecoslovacchia allora. Lui aveva visto un gruppo di giocatori straordinari e , quando sull’onda lunga della primavera di Praga esce di galera, chiede ai dirigenti se li avessero tenuti e... vince la Serie B della Cecoslovacchia, da neopromosso vince il campionato maggiore battendo i grandi poteri: il Dukla e lo Spartak Praga, con una squadra straordinaria che giocava un calcio mai visto prima.

COPPA CAMPIONI - Poi la Coppa Campioni dove andava solo la vincente di ogni campionato europeo. Gli slovacchi sbaragliano tutti (Steaua Bucarest, LahdenReipas e Aek Atene) fino alla semifinali dove trovano il grande Ajax di Cruijff. Era il primo grande Ajax: i lancieri vincono 3-0 all’andata. Al ritorno si va a giocare a Trnava, la Roma dell’Est, tanti monasteri e tante case bianche. La partita si può ancora godere su Youtube... ed è incredibile. I ragazzi di Malatinský  giocano con un 4-2-4 con una serie di dai e vai ed una serie di sovrapposizioni che nel calcio moderno sarebbero straordinari. Si gioca in un campo che è un inferno, simile ad un campo di patate. L’Ajax non vede mai la palla. 2-0 il finale per gli slovacchi, ma fu un monologo con 15 corner, 3 pali, 2 gol annullati e 2 grandi parate incredibili del portiere Bals. 
“Mai come quella volta- disse Suurbier, grande calciatore dell’Ajax che salvò la sua porta con due interventi sulla linea - ho desiderato tanto il fischio finale”. E Michels – con Happel il co-fondatore del calcio totale - si dirà ammirato da quel football “moderno” e “meraviglioso”.


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