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Le strade dei briganti e il canestrato di Moliterno

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  Storia del tempo dei briganti in Basilicata per difendere sulle vie del formaggio, il già noto Canestrato di Moliterno Basilicata, gennaio 1862. I monti sono innevati e la coltre bianca lambisce i tetti dei paesi più in alto. Le vallate sono gelide, i boschi inaccessibili. Le strade, le mulattiere, le campagne, infestate dai briganti. Il freddo stringe in una morsa i paesi che tuttavia brulicano di vita, tra speranze di nuove ere, vecchi retaggi e ataviche differenze di classe, la gente di Lucania non è arresa, si muove. Si muove anche verso l’altra sponda dell’Oceano, dove si crea una comunità enorme, che sarà più numerosa di quella che resterà tra il Tirreno e lo Jonio. Ma i lucani non sono vinti, reagiscono ai tempi, li vivono. Come è stato per l’Unità d’Italia. La prima scintilla fu l’insurrezione lucana del 18 agosto 1860, prima di Garibaldi la Basilicata urlò “Viva l’Italia e Vittorio Emanuele”.   Si è da poco festeggiato l’arrivo del nuovo anno, il primo dopo l’Unità d’Ita

L’ultimo lavoro di Carmine Pinto, ‘Il Brigante e il generale’ è un saggio scientificamente e storicamente impressionante

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  L’ultimo libro di Carmine Pinto, “Il Brigante e il Generale – La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola” (Editori Laterza, € 19,00) è un’opera importante per la storia del Mezzogiorno d’Italia. Un libro che si legge con molto piacere grazie alla capacità di scrittura dell’autore, per l’inclinazione a vivacizzare il racconto senza romanzare. Carmine Pinto, ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Salerno, consegna al lettore tutto il piacere della storia, il divertimento della conoscenza dei fatti storici (si il divertimento!) senza sfociare nel ‘sensazionale’, nell’annuncio di verità “mai raccontate”, nel romanzo o l’ instant book utile ad arruolare seguaci. Ed è importante questa premessa, perché l’argomento del libro è di quelli che si è prestato maggiormente a certe degenerazioni. L’autore però non le sfiora, nel concentrato di episodi che il libro racconta, non c’è spazio per forzature, per piegare la storia a vantaggio di un punto di vista. Bensì, tu

Non fu colpa di Ferdinando. Il dibattito parlamentare sulla costruzione delle ferrovie del sud e gli interventi di Petruccelli della Gattina

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  Intervento pubblicato da Basilicata24 il 13\01\2021 Gentile Direttore, il 6 Gennaio scorso è apparso, su Basilicata24.it un articolo, a firma di Pietro De Sarlo, dal titolo  I parlamentari dell’Italia Unita eletti in Basilicata:fatti, risvolti e misfatti.   L’ottima scelta giornalistica delle parole del titolo ha stuzzicato la mia curiosità, ma ha messo in guardia la mia propensione ad analizzare fatti, risvolti e misfatti seguendo la mia indole professionale di archivista (non riesco a definirmi anche uno storico). La lettura di alcuni passaggi dell’articolo ha stuzzicato anche il mio “patriottismo” (in tutti i sensi). È forse quest’ultimo elemento che spinge l’archivista a voler rispondere a quello scritto apparso su Basilicata24. A scanso di equivoci, considerato che in questo momento ricopro la carica di Sindaco del mio paese, Moliterno (Pz), ammetto volentieri che i giudizi contenuti nell’articolo sull’operato di Ferdinando Petrucceli della Gattina hanno rappresentato lo sprone

Briganti, Borbonici, Italiani. Intervista al prof. Carmine Pinto: "la storia è un antidoto contro provincialismo e vittimismo".

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Carmine Pinto è professore ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno di Storia Contemporanea.  Si occupa di storia politica, storia culturale e di storia militare. Ha lavorato sui sistemi politici del Novecento, attualmente si occupa di guerre civili e movimenti nazionali nel XIX secolo. Ha insegnato in molte università europee e latino americane, è membro di comitati di redazione di riviste italiane ed internazionali. Dirige il Centro di Ricerca sui conflitti in Età Contemporanea e il programma di Dottorato di Ricerca in Studi Letterari, Linguistici e Storici. Il suo ultimo libro è stato un vero successo La Guerra per il Mezzogiorno. Italiani, Borbonici e Brigani, 1860-1870.   Professore partiamo dal suo ultimo libro che ha avuto un importante successo (La Guerra per il Mezzogiorno. Italiani Borbonici e Briganti, 1860-1870, Editori Laterza). A mio avviso quest’opera apre una nuova fase degli studi sul Mezzogiorno post-unitario. In tal senso non sarebbe corretta la solita

La Guerra del Sud: Unità, Risorgimento, Brigantaggio, Borbonici. Introduzione: Il Brigante e il Generale.

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Apriamo una serie di articoli sul tema dell'Unità d'Italia, la guerra civile che interessò il Sud post-unitario e il fenomeno del Brigantaggio. Uno scontro tra chi aderì all'Unità d'Italia e coloro che vi si opposero.  Per l'introduzione a questa serie di "racconti" ci affidiamo a un video. Una lezione magistralmente chiara del prof. Carmine Pinto dal titolo "Il Generale e il Brigante". Oltre a delineare le figure di due protagonisti della Guerra per il Mezzogiorno, comprendiamo lo scenario storico nel quale si svolgono i fatti (vengono chiariti alcuni aspetti molto importanti e dibattuti della vicenda).  Nel prossimo "appuntamento" di questa serie, parleremo dell' Insurrezione lucana. La Guerra del Sud: Unità, Risorgimento, Brigantaggio, Borbonici. Introduzione. Il Generale e il Brigante : Emilio Pallavicini e Carmine Crocco  Video da  Lezioni di Storia Festival  : Carmine Pinto al Museo Archeologico di Napol

Storia - Memoria: un derby da non disputare.

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di Antonio Rubino « La memoria collettiva ha costituito un’importante posta in gioco nella lotta per il potere condotta dalle forze sociali. Impadronirsi della memoria e dell’oblio è una delle massime preoccupazioni delle classi, dei gruppi, degl’individui che hanno dominato e dominano le società storiche. Gli oblii, i silenzi della storia sono rivelatori di questi meccanismi di manipolazione della memoria collettiva .»[1] La voce autorevole di Jacques LeGoff ci mette in guardia sull'importanza della memoria. E precisamente di quella memoria collettiva che nella felice definizione di Pierre Nora è: « il ricordo, o l'insieme dei ricordi, più o meno conosciuti, di un'esperienza vissuta o mitizzata da una collettività vivente della cui identità fa parte integrante il sentimento del passato »[2]. Un acceso revisionismo storico (guidato per lo più da giornalisti e non affidato a storici di professione), ma anche un acceso dibattito sul fiorire di celebrazioni di ta